martedì 24 dicembre 2013

Non un pippone a caso. Il Pippone della Vigilia.

Premesse: è la vigilia di Natale, sono a casa dei miei a Lucignano (Ar). Sono usciti per la messa di Natale. Mio fratello è dalla fidanzata. A casa siamo io, una cagna, il fuoco acceso, i panni finalmente profumati dopo mesi di vita fiorentina all'insegna del "vabbè non puzza così tanto, lo rimetto" e ovviamente la televisione con "Una poltrona per due". 

Allora mi guardo la Home di Facebook per quella ventina di minuti buona (come fate sempre anche voi eh) e mi monta quella sensazione spiacevole: pippone o non pippone? Alla fine ha vinto il pippone e pippone sia. 

Siete liberi di riprendere a guardare la Home di Facebook quando volete. E' un pippone enorme e quasi da galera se si considera che viene scritto la notte di Natale.

(Il nostro eroe si rimbocca le maniche e solca la tastiera)
Vorrei partire con "Allora...", ma non si dice (!). Ma però io parto con "Allora...". Si ho scritto "Ma però". Il pippone è mio e lo scrivo come mi pare. 

Allora. Dei 358 giorni che precedono quello di domani, non ce n'è stato uno, e dico uno, passato senza che dalla mia bocca (o dalla bocca dei miei compagni di viaggio) uscissero le parole Psicologo, psicologia, associate alle formule "quel cazzo di...", "ma porca la troia", "ma come cazzo gli è venuto in mente" e altre che la Vigilia di Natale è bene non riportare. 
Fin qui tutto bene. Anche perchè fossimo studenti di ingegneria sarebbe grave, ma siamo studenti di Psicologia e allora ci è venuto di parlarne spesso. 

Negli ultimi giorni si sono tenute le elezioni per il rinnovo dell'Ordine degli Psicologi della Toscana. Aventi diritto al voto 5300. Votanti 965. Quorum superato di un soffio all'ultimo istante. 
I candidati erano in totale 53. Alcuni a gruppi di 9 sotto la stessa lista. Altri a gruppi di 9 di nascosto. Alcuni per contro proprio. 

C'era qualche programma francamente discutibile. Ma non per il contenuto eh. Per l'inconsistenza, l'assenza, nada, niente. "Ciao sono ****** e lavorerò per un Ordine migliore"...
E te sei lì che scorri la pagina e... niente. Non c'è scrittto altro. Manco il punto. Ma vabbè. Sarà da qualche altra parte.Macchè. 

"Ma si, dai. Basta con i volumi di politica per giustificare una crocetta. Unn'hai visto che ora la politica è fluida? Anche quella nazionale! Guarda Renzi per esempio!"
Si infatti, proprio fluida, come l'acqua. Manco con le mani la puoi prendere. Figuriamoci osservare, criticare, approfondire.

Di fatto chi non ha presentato il programma è andato così così. Quindi ok. Però, dico io, almeno due righe, dico due, con un'idea... ma anche una strullata... "penne gratis per tutti i consiglieri"! Mica di più. Vabbè. 

Torniamo al dato. Quorum, come ho detto, raggiunto al fotofinish. Sennò c'erano sei mesi di commissariamento del consiglio (ordinaria amministrazione) e poi si riandava alle elezioni. Chi prende di più vince. Senza Quorum cazzi e mazzi. 
...forse forse ci (vi) è andata bene. 

Ma come mai questa scarsa affluenza? Forse la Psicologia in Toscana è talmente priva di problematiche e funziona così bene, che gli iscritti non percepiscono la necessità di votare? 
"Tanto, anche questi novi saranno bravi come quelli prima. St'Ordine vacchè na'meraviglia".
Mi dicono che non è così. Allora è il contrario. Tanto grave è la situazione che questo basta per starsene a casa piuttosto che presentarsi all'appuntamento elettorale? 
"Guarda che potevano anche votare da casa tramite posta!"
Ah. Pure. 
E allora come mai così pochi?

Tu che leggi. Perchè non sei andato a votare?
"Ma io so studente come te, 'azzo voi?"
Ah scusa. E te invece?
"Io so psicologa".
E ci sei andata a votare?
"Si"
Ohh brava! E te lo posso chiedere per chi hai votato?
"Si si tranquillo, anzi, ne vado fiera. Ho votato per Civati..."

Forse il problema è questo. Non si sa nemmeno di cosa si sta parlando. E questa inconsapevolezza va ad aggiungersi alla sfiducia che c'è verso tutto quello che ha a che fare con la politica. Che sia nazionale, studentesca, o come in questo caso professionale o ordinistica. 

E allora succede che ogni quattro anni, 'na cinquantina di psicologi, che tanto unn'avrebbero da fare perchè non lavorano, chi in gruppo, chi per sè, chi portando qualcosa di docente, chi portando solo l'appetito, si candidano e alla fine vince chi conosce più gente. 
Avete presente le mail "inoltro per conoscenza". Ecco, per gli psicologi toscani anche quest'anno è stato un "la/lo voto per conoscenza". Fine. 
Non ci sono i numeri per legittimare un'idea, una proposta, un cavolo di principio. 
I numeri non ci sono perchè oltre alla sfiducia che si diceva prima, c'è tanta confusione, tanti conflitti mai risolti tra psicologi e psicologi, psicologi e altri nuovi professionisti non ordinati. La guerra tra poveri, che ogni quattro anni viene sublimata da 500 persone che vanno a votare perchè "oh lo sai, cosino lì, mmmm, come si chiamava. Quelloooo bravo. Nsomma, si candida all'Ordine. Il mio voto di simpatia lo prende". 

Simpatia su simpatia, empatici su empatici, alla fine viene sempre fuori un consiglio nuovo, con le stesse incongruenze normative di cui ho parlato altre volte, legittimato da un voto simpatico, appunto, a volte antipatico (perchè si vota anche l'avversario di quello che ci sta antipatico eh). 

"Si ma allora che si fa?"
Allora che si fa? 

Si decentralizza il potere del consiglio dell'ordine.
Si fa una campagna di quattro anni con i tanti soldini dell'ordine per informare utenti e iscritti stessi di come funziona nel territorio la figura professionale e di come potrebbe funzionare meglio.
Si spiega ai direttori delle Scuole di Psicoterapia cosa significa Psicologia e cosa significa Psicoterapia. 
Si inizia ad entrare all'Università e si sente sti benedetti studenti di psicologia se c'hanno qualche bizza giovanile intelligente. 
Si riguarda tutto il regolamento dei tirocini e dell'esame di stato. 
Si smette di fare la guerra agli educatori, ai counselor e agli psichiatri e si inizia a pensare che forse il nemico ce lo abbiamo in casa. 
Si convenzionano borse di studio, dottorati, cooperative, associazioni e tutto quello che può creare occupazione in ambito psi. 
Si rende l'iscrizione all'albo gratuita finchè la tassa non diviene sostenibile. 
Si smette di stare negli studi a giocare a CandyCrush e si va per strada.
E via e via. 
Ecco che si fa. 

Allora e solo allora, forse, le elezioni per il rinnovo dell'ordine avranno senso. Perchè nel fare tutto quel popo' di roba, un po' di partecipazione in più ci sarà stata e perchè magari, gli psicologi giovani e vecchi, un po' più empowerizzati si potranno sentire. 
Allora e solo allora, non vincerà più una persona, un gruppo o una faccia simpatica. Vincerà un orientamente politico, non so quale e di che tipo, ma almeno vincerà un principio, un'idea. 

In bocca al lupo ai nuovi membri del consiglio.
Buone feste a tutti quanti. Anche a chi ha votato Civati. 





martedì 8 ottobre 2013

Intervista a chi ce l'ha fatta

Elisa Mencacci, oltre che un'amica, è anche una psicologa riuscita non solo a trovare un impiego attinente al proprio percorso di studi, ma anche ad aprire un progetto di cui è presidente. Ho voluto porle alcune domande sulla sua formazione, sulla sua professione e la sua esperienza. 

sabato 5 ottobre 2013

Hey Taro!

Gerda Taro era una fotoreporter antifascista, moglie di Robert Capa, nata in Germania da una famiglia di ebrei nel 1 agosto 1910 e morta giovanissima durante un suo reportage nella Guerra di Spagna il 26 luglio del 1937.


venerdì 20 settembre 2013

L'Ordine ha bisogno di ordine

E' di pochi giorni fa la notiza di un tale psicologo R.D. dirigente della Asl di Pescara licenziato perchè sorpreso in assenteismo.Timbrava il cartellino e poi usciva, così, per "motivi personali". Viene fuori che questo R.D. altri non è che il vice-presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Abruzzo e allora via alle polemiche. 
Un ben noto schieramento politico professionale decide di contattare privatamente la segreteria dell'Ordine in questione per chiedere allo stesso di prendere una posizione in merito, in quanto il comportamento sopra descritto non è ritenuto idoneo e deontologicamente corretto in virtù del ruolo che viene ricoperto da R.D. Infanga la reputazione dello psicologo ed è una motivazione più che comprensibile ad agire affinché un'istituzione prenda una posizione in merito. 

sabato 7 settembre 2013

Freud nelle canzoni

Le idee di Freud hanno perforato l'opinione pubblica come un grassino nel tonno Rio Mare già all'inizio del '900 e anche oggi il senso comune attribuisce alle teorie freudiane i più disparati significati. Può essere interessante ad esempio analizzare quanto emerge dai testi di alcune note canzoni non troppo nuove, ma nemmeno troppo vecchie, riguardo al buon Sigmund. 

mercoledì 4 settembre 2013

Lo sciopero della musica: la breve ma intensa storia del Collettivo Radio Indipendenti su Internet

Gennaio 2012.
Il sito spreaker.com, una piattaforma che permette ancora oggi di tramsettere in streaming contenuti radiofonici gratuitamente o con pochi euro, annuncia che gli amministratori non hanno trovato l'accordo per rinnovare il contratto con la SIAE, che permetteva agli utenti di trasmettere musica senza timore di ricevere pesanti sanzioni.
Prima ancora che gli utenti si rendano conto della cosa, viene fuori che spreaker.com non avrebbe mai avuto un contratto con la SIAE nonostante alcuni video-spot che sventolavano il contrario, e che quindi ogni trasmissione che avesse avuto al suo interno pezzi registrati altro non era che un'infrazione passibile di multa. 

Fu allora che iniziò il divertimento. 

sabato 31 agosto 2013

La Germania è gialla e verde

E' stata la mia prima estate con praticamente zero-mare. E forse è stato meglio cosi. Ho preferito, insieme a due fedeli compagni, uno con lo zaino come me e  l'altro con un'inspiegabile trolley azzurro, visitare la Germania. Ma non la Germania con la puzza sotto il naso, ammesso che esista; la Germania che in pochi vanno a vedere, o almeno in agosto, e più o meno ne ho capito i motivi. Amburgo, Lipsia (Leipzig, la i è muta) e Francoforte.


lunedì 12 agosto 2013

Partenze




 La sera prima della partenza, di qualunque partenza si tratti, si diventa scrupolosi, nostalgici e creativi. Si pensa al minimo particolare.Si cerca di portare con sè più del necessario, come se fosse un peccato lasciare qualcosa a casa. Si pensano le cose da fare nei giorni di viaggio.

sabato 10 agosto 2013

Treni e stazioni in agosto

Ad agosto i treni sono affollati, soprattutto se viaggi lungo la costa o in direzione delle città d'arte. Si incontrano famiglie, scout in quantità, suorine, anziani, gente strana, gente che puzza, gente che vuole per forza fare amicizia, gente che non vuole essere disturbata, gente che va in bagno dieci volte su un viaggio di mezz'ora, gente che fotografa dal finestrino, gente che parla ad alta voce al telefono, gente che ascolta la musica e mugula. Quelli con il cappello verde e la camicia azzurra sono i controllori:
"Biglietto!" e poi fanno zac zac con la bucatrice, a volte sul biglietto, a volte a vuoto forse per inerzia.

venerdì 9 agosto 2013

Diario di un Kangoo Blu BZ040RA

Sono un Renault Kangoo. Mi sono immatricolato nel 2001. Sono blu scuro e molto spazioso. Interni in fantasia grigia strana. Sono un diesel millennove. Cinque porte, quelle posteriori a scorrimento. Oggi mi sono rotto il motorino di avviamento, quindi o resto sempre in moto, oppure devo essere spinto per essere acceso. Sono come un uomo attaccato ad una macchina, ma la macchina sono io. 

mercoledì 7 agosto 2013

La Psicologa (oltre che Tuttologa) di Radio Maria

Premetto che questo non vuole essere un post offensivo nei confronti di chi professa e di chi crede, e men che meno nei confronti di chi amministra o ascolta una radio di stampo cattolico. Per quanto mi riguarda e per quanto riguarda il seguente post, Radio Maria potrebbe chiamarsi anche Radio Buddah, Radio Anubi, Radio Maometto ecc. 
Rispetto ogni credo e ogni non-non credo e le loro manifestazioni sociali, finché non si intromettono con il libero arbitrio, non vengono imposte e finché subiscono lo stesso tipo di rapporto nei confronti di ogni altra istituzione.

Radio Maria è la radio privata con il maggior numero di ripetitori nel territorio nazionale (850) e ciò garantisce una copertura maggiore a quella delle reti Rai. Si è costituita nel 1983, quindi prima della Legge Mammì, cosa che ha permesso a Radio Maria di accaparrarsi strategicamente gli impianti che garantiscono una copertura ampia e ottimale. 
Nel 2005, in seguito alla Finanziaria, furono solo due le radio italiane a ricevere un contributo di un milione di euro per lo sviluppo tecnologico: Radio Maria e Radio Padania. Poi dal 2006 Radio Maria riceve anche il 5x1000. 

Fin qui poco male, più o meno. Ci sarebbe da approfondire i criteri per i quali Radio Maria riceve incentivi statali occasionalmente e perché Radio Maria ha diritto ancora a un così gran numero di frequenze. Ma non è questo l'argomento di questo post. 

Probabilmente arrivo tardi, sicuramente già chi legge era a conoscenza che nella programmazione di Radio Maria è previsto una trasmissione, che va in onda la mattina, curata da una certa Chiara Atzori che pare sia immunologa, ma che all'occorrenza, quindi a seconda delle richieste di chi si mette in contatto telefonicamente con la speaker, si improvvisa psicologa e offre consulenze via radio. 

"Pronto? Chi abbiamo in linea?"
"Si salve dottoressa, sono Paolo da Milano"
"Salve Paolo, dimmi tutto"
"Si ecco io chiamo perché mio figlio fa il monello e io e mia moglie non sappiamo più cosa fare"
"Mm. Capisco. Io mi sento di consigliarle di non rimproverarlo troppo ecco, di cercare di gratificarlo quando fa qualcosa di bello; e poi ovviamente consiglio di pregare per lui e con lui il Signore"
"La ringrazio Dottoressa! Arrivederci!"
"Si figuri! Pronto chi abbiamo in linea?"

E si riparte.
Quello citato è un esempio più o meno riportato letteralmente; breve, senza troppi discorsi, senza troppo girarci intorno: sono questi gli psicologi che vogliamo, pragmatici e che subito ti danno il consiglio giusto! 
Ad un certo punto chiama anche un'anziana signora che racconta la sua esperienza: sua madre era schizofrenica e la picchiava di brutto (ricordiamoci che siamo sempre in diretta radio eh) e che ora si sente completamente persa. A quel punto la dottoressa spara lì un paio di domande e poi assembla il colpo finale: "le consiglio la Cristoterapia!"

Ora, senza voler scendere nel particolare della Cristoterapia (che probabilmente è una bestemmia), la nostra dottoressa immunologa-psicologa (ma se chiamate anche solo per un etto di prosciutto ve lo fa arrivare a casa) potrebbe o non potrebbe essere veramente iscritta all'ordine degli psicologi e in entrambi casi sarebbe in fallo. Nel primo caso violerebbe clamorosamente il codice deontologico (articoli 3, 4 e 5), nel secondo caso sarebbe una perfetta ciarlatana (ma d'altra parte è talmente facile spacciarsi professionisti della salute mentale).

Come se non bastasse viene fuori che la nostra dottoressina radiofonica ha destato polemiche nel 2009 perchè all'interno della sua trasmissione dava consigli ai genitori su come far tornare normali i figli omosessuali e sottolineava l'importanza di questo percorso visto che "gli omosessuali non solo non sono normali, ma addirittura portano malattie come l'AIDS". 

Radio Maria ha mediamente un milione e seicento mila ascoltatori giornalieri (1.600.000). Ammettendo che solo la metà di questi ascoltino la trasmissione di Chiara Atzori, quanta probabilità c'è che la professione di psicologo esca danneggiata (perché chi la ascolta e le dà retta non ha bisogno di rivolgersi a un servizio serio e chi la ascolta e rimane scioccata a quel servizio serio e professionale non si rivolgerà mai) da un sola settimana di trasmissioni?

Una nuova vittoria per la psicologia.

lunedì 5 agosto 2013

Federica Pellegrini è antipatica















Oggi (5 agosto) la nota nuotatrice italiana compie 25 anni. Gli italiani la conoscono da cinque o sei ed è il tempo necessario affinchè potessi avere un'opinione personale su di lei (al di là del talento che manifesta in acqua, che rimane l'unico competitivo all'interno del panorama femminile italiano). Mi ci è voluto così tanto tempo perchè ogni volta che tendeva a rimanermi antipatica, all'improvviso strappava un podio mondiale e tornava nelle mie grazie. 
Avanti così fino agli ultimi mondiali di Barcellona: la sua decisione di partecipare anche ai 200 stile libero (gara di esordio nel panorama olimpico e mondiale) oltre che nei 200 dorso, nonostante dice lei "non l'ho preparata, la faccio per divertimento". 
Si prende un bell'argento e dice "il mondiale si sta facendo facile" (talmente facile che nella gara che aveva preparato non entra nemmeno in finale, cosa assolutamente comprensibile, data la difficoltà che normalmente un atleta incontra nel passare dal proprio stile ad un altro). 

Ripeto, non sto parlando delle prestazioni, sto parlando dell'atteggiamento. E' sbruffona, prepotente e men che meno umile. Nei confronti di giornalisti (tra le altre cose non capisce mai una battuta di Elisabetta Caporale o di Tommaso Mecarozzi, ma con quest'ultimo farei fatica anch'io), delle altre atlete e nel tempo lo è stata anche nei confronti degli allenatori. 

Mettetevi nei panni di un'atleta che arriva ai mondiali di Barcellona da outsider, che si è allenata come un drago nell'ultimo anno solo per preparare i 200 stile libero di questa manifestazione. Arriva, sta bene, si è allenata bene, fa anche una disceta gara, da semifinale e perchènno può anche fare un pensierino sulla finale e puf: arriva Federica Pellegrini, che si vuole solo divertire (!), spara il suo solito tempo da podio mondiale e le ruba il posto, facendola finire nona. Prima esclusa dalla finale. 
Ora, fermo restando il fatto che chi va più forte deve vincere, che sia per scherzo o che sia questione di vita o di morte, rimane però il modo che si ha nell'esternare la propria esperienza. 
Federica, dicendo "lo faccio solo per divertimento" e "questo mondiale si sta facendo facile" è passata come la cattiva dei film da adolescenti che strizza l'occhio alle telecamere quando vede passare la rivale sfigata che si è allenata come Piccolo di Dragon Ball e che spesso è orfana e povera. 

E' chiaro, negli annali rimane il suo secondo posto, ma molti si ricorderanno che "quella volta arrivò ai mondiali senza essersi allenata e pensa, arrivò seconda!". Magari gli scherzetti della memoria ci faranno dire anche "ma poi, ti ricordi che classe? che umiltà!". Ecco, classe proprio no! Brava, quanto vi pare, ma non è un'atleta con classe fuori dall'acqua (e qualcuno fatica anche ad attribuirgliela quando nuota). 
 
Rimane comunque degna di nota la dedica alle vittime della tragedia in Irpinia all'arrivo della semifinale.

Sicuramente sarà un'impressione mia e probabilmente sarò l'unico a cui avrà dato fastidio un atteggiamento di questo tipo, ma per quanto la ritenga un'atleta eccezionale dato l'attuale contesto italiano e internazionale, Federica quando apre bocca mi rimane sullo stomaco (e da notare che non ho parlato di tutto il gossip legato al personaggio). 
Sarà forse che da ex nuotatore senza troppo talento, ho sempre avuto un po' di antipatia verso coloro che forti del loro di talento riuscivano ad andar bene in ogni occasione, anche senza una ciclo di allenamento utile, mentre io annaspavo una volta no e dieci sì. 
Beh, se fosse per questo cara Federica non c'è niente di personale, ma ti garantisco che non sono l'unico a cui non vai a genio (dirai giustamente te "cazzo me frega").

Per il resto in bocca al lupo. Spero tu vinca ancora molto e con classe.

Buon compleanno!

mercoledì 31 luglio 2013

Fotografare la Via Lattea è un casino

Non sono assolutamente un esperto di fotografia, ma armeggiando un po' con la mia Canon e seguendo un po' di indicazioni su internet, ho quasi fotografato la Via Lattea! Quasi, perchè intorno c'è dell'inquinamento luminoso e dovrei trovare un posto più lontano dalle luci. 
Questo il risultato. A sinistra del cipresso e dell'antenna si nota una specie di nuvola e dovrebbe essere la famosa scia lattiginosa stellare...Nella quarta foto, all'estrema sinistra, c'è una scia molto definita e poterebbe essere una stella cadente... ma non ci metterei la mano sul fuoco!

Spero di avere l'occasione di trovare un posto migliore e con un minore inquinamento luminoso (sempre che si chiami così). Se qualcuno avesse qualche suggerimento per questo genere di esperimenti non esiti a commentare!







Fiorentina: non succede, ma se succede...

Sono un fiorentino. Non inteso come cittadino di Firenze (ma anche lì poco ci manca), ma piuttosto inteso come tifoso della Fiorentina. Da sempre.
In casa Mugnai è difficile non esserlo. E' come il naso grosso o le dita tozze: sono quelle cose che ci nasci e te le tieni. 
Non ho mai visto uno scudetto della fiorentina, nè tantomeno una coppa europea; giusto due Coppe Italia, una con capitano Batistuta, l'altra con capitano Rui Costa. Dopo di allora, niente o poco più: una retrocessione, un fallimento, un ritorno in Serie A, un ottavo di Champions League, Luca Toni, Prandelli, Adrian Mutu, il 2-3 a Torino contro la Juventus, l'ultima stagione con Montella.

Manca un mese all'inizio della Serie A, il campionato che grazie agli acquisti eccellenti di alcune squadre sembra aver di nuovo attirato il pubblico mondiale.
La Fiorentina è tra quelle squadre che si sono rafforzate, ormai lo sanno tutti e di conseguenza, tutti nell'ambiente e fuori iniziano a parlare di scudetto.
Di solito a questo punto vengon fuori gli scettici, quelli che stanno con le mani tra le gambe un anno intero e quelli esaltati che arrivano allo stadio con un nuovo giglio sul petto. Ad oggi gli esaltati sono in tanti, me compreso. Non ho il giglio sul petto, ma molti di quelli che con me erano alla presentazione di Mario Gomez ce l'avevano. Qundicimila, Ventimila, Venticinquemila circa. Per uno solo. Per dirgli "Oh, mi raccomando! guarda q'anti siamo! Noi e'ci si crede, ci devi crede anche te e vallo a dì a qellaltri!".

Sicchè lui è andato a Montecatini, l'ha detto agli altri, ne sono arrivati altri ancora, di giocatori e di tifosi. E così via. E la parola scudetto oggi si nomina con tranquillità. Ma come mai siamo così sicuri di potercela giocare? Ma come mai questa presunzione di fronte a strapoteri decennali e squadre rinforzate quanto quella viola?
E' questo il fatto: non è una convinzione, ma una sensazione! Non è un pensiero derivante da dati di fatto eloquenti e portatori di certezze.
E' un desiderio che deriva direttamente dal naso e dagli occhi. Dal profumo e dalla vista di qualcosa che miracolosamente funziona, dentro e fuori dal campo.
E' un'idea che non è verbalizzabile, te la senti passare nella testa e basta e ti porta a sperare, ma prima di tutto a crederci!

Se ci si dovesse fidare dei dati di fatto, dato che la palla è tonda e dato che la quantità di variabili che può influenzare la prestazione di una squadra sono infinite, faremmo la fine di quelli con le mani tra le gambe a proteggere i gioielli di famiglia (in "barriera" come si suol dire).
Con il naso e con gli occhi invece non serve tenersi troppo; perchè magari non succede... ma se succede...

Forza Viola Sempre, Firenze è con Te!

sabato 6 luglio 2013

La Psicologia è morta (e forse è durata anche troppo)

 Anno 160 d.S. (dopo Sigmund), per chi c'era 2016 d.C.
 Non so bene di chi è la colpa, ma sicuramente è uno dei nostri. 
La psicologia è morta senza alcun tentativo di rianimazione. Prima è stato il turno dei clinici, poi quelli dello sviluppo e degli sperimentali. Solo quelli del lavoro ancora si aggirano all'imbrunire, ma presto anche loro saranno spazzati via. Ricordo ancora che gli anni si contavano dalla nascita di quello con la barba marrone, non ancora dalla nascita di quello con la barba bianca, Sigismundo. 
Quando tutto cominciò avevamo un sogno e una profezia: volevamo essere psicologi, ma sapevamo che non ci saremmo mai riusciti. La profezia si avverò, il sogno anche, ma solo sulla carta. E chi teneva in mano la carta fece di tutto per sbagliare (in buono o in cattiva fede questo solo il tempo ce lo dirà). Chi teneva in mano quella carta di fatto non era più psicologo, era solo un impaurito. Impietrito. Terrorizzato da quelli che ci crescevano sopra e sotto, gli psicoterapeuti e i counselor. I primi sono quelli che oggi l'hanno uccisa, i secondi sono quelli che nascevano dove noi non sapevamo stare. 
Troppo impegnati a tenerli lontano con il bastone, non guardavamo i problemi di casa nostra. Nel 2013 si pensò che con un referendum saremmo stati in grado di riacquistare significato e valore agli occhi del mondo. Non fu così. Anzi. Ci chiudemmo ancora di più in noi stessi. I pochi che lavoravano se ne andarono. Continuammo a mangiarci tra di noi più di quanto non avessimo fatto prima. In realtà a mangiare erano gli psicoterapeuti, noi eravamo i divorati. 
L'università stava a guardare. Gli studenti si accorgevano troppo tardi della fine che stavano facendo. 
Poi cambiò anche la legge:


1. La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito. 
Divenne:
1. La professione di psicologo comprende l'uso del proprio tempo e del proprio denaro nella frequentazione delle Scuole di Psicoterapia. Non prevede altresì altre attività. Dopo si vedrà.

Nessuno si ribellò. In fondo, non era così dissimile da quanto era successo fino a quel momento. Tutto cambiò affinchè tutto rimanesse uguale. Tutto è rimasto uguale e la Psicologia è morta, senza alcun tentativo di rianimazione. 
Dovremmo rallegrarci. Alla fine, è durata anche troppo. 


 

domenica 30 giugno 2013

L'ingrediente segreto della Coca-Cola

E' di qualche ora la notizia che ha fatto luce su uno dei maggiori interrogativi della storia del mondo occidentale e non solo: alcuni ricercatori dell'UBAR (Università di Bagno a Ripoli) hanno finalmente scoperto l'ingrediente segreto della coca-cola. La cosa più strana è che stavano cercando tutt'altro; "stavamo cercando la spiegazione al perché le battute dei comici di Colorado Cafè provocano ilarità nei (anche questi inspiegabili) fan del programma di Italia Uno" spiega Aldo Caccona, responsabile della ricerca in questione "ma poi tutto è andato in un'altra direzione". Sembra infatti che nel sommisitrare alcuni test al campione sperimantale, i ricercatori abbiano inavvertitamente fatto cadere qualche goccia di coca-cola sopra le carte protocollari dell'esperimento, andando a coprire la sezione dedicata alle autorizzazioni per poter agire nel rispetto delle norme deontologiche (?) e nel rispetto dei diritti del consumatore (?). "In pratica, la Coca-cola che accompagnava il mio pranzo (un panino con la porchetta acquistato dal buon venditore di fiducia), è inavvertitamente caduta sui fogli, e l'effetto che si è presentato ai nostri occhi è stato soprendente" dice Caccona, "laddove era posta la firma del dirigente, la sostanza ha creato una macchia alquanto bizzarra per forma ed odore". Il responsabile ricercatore (che non è altra cosa rispetto al ricercatore responsabile) ha descritto la macchia in questione come una figura composta da due circonferenze e da un ovale piuttosto allungato che ha indignato la comunità dei RVEC (ricercatori vegani e cattolici) che stanno facendo di tutto per invalidare la stramba metodologia in questione.
Intanto però, l'opinione pubblica e scientifica è letteralmente impazzita. Caccona si è ritirato in un bunker sicuro e (cosa che rende questo articolo praticamente inutile) ha promesso di non rivelare cosa hanno evidenziato gli studi condotti su Paint una volta scannerizzata, copiata ed incollata l'immagine fallica in questione contenente la risposta all'arcano mistero dell'ingrediente segreto della Coca-cola. 
Voci di corridoio lo danno già per morto, ucciso probabilmente dagli stessi che uccisero l'uomo ragno, ovvero "forse quelli della mala forse la pubblicità". D'altronde, rimane sempre "uno sgarro a qualche industria di caffè(ina)". 
Non lo sapremo mai, data l'impossibilità di riproporre le stesse condizioni sperimentali prima descritte (un po' perchè i fan di colorado non sono poi così tanti e un po' perché la UBAR è diventata oggi un museo di "cose che potevano andare meglio").  Rassegnamoci.

venerdì 14 giugno 2013

Il qualunque esame in una non qualunque facoltà (scuola).



 
E' il 14 giugno. Uno studente della Scuola, prima Facoltà, di Psicologia di Firenze sta studiando per il prossimo esame. Il testo in questione è "Analisi della domanda" di Carli e Paniccia (2003). La pagina è la 56, la questione qui considerata prosegue anche nella 57 (ma questo particolare non cambia lo stato delle cose, cit.).L'esame in questione è colloquio clinico.
Non si capisce quanto possa essere un esempio quello che quello studente qui sta per citare, o se si tratta di "una storia realmente accaduta e mai cambiata"; il fatto è che ciò che segue è sempre stato un ronzio fastidioso per quello studente e i suoi facinorosi compagni.
L'evidenziatore giallo la fa da padrone. Se proprio non ne volete parlare, almeno fate l'"in bocca al lupo" a quello studente.

“Siamo all’università. In una facoltà di psicologia. Pensiamo alla tipica situazione di apprendimento a scuola: l’insegnante fa lezione, conduce o organizza seminari e laboratori, ed al contempo esamina gli studenti alla fine dell’anno accademico per verificarne la preparazione. Ogni insegnante conduce il corso sulla base dei suoi interessi e della sua esperienza formativa e professionale. Manca un coordinamento tra insegnamenti, che crei un’interazione pianificata tra i vari corsi di lezione, tra esperienze seminariali e pratiche, al fine di garantire una formazione professionalizzante degli studenti. Questa carenza di coordinamento della didattica è ben radicata nella cultura della facoltà: non è condivisa, tra gli insegnanti, una vision della professione di psicologo a cui la facoltà stessa dovrebbe preparare. Molti insegnanti non hanno mai esercitato la professione di psicologo, alcuni sono completamente disinteressati alla figura professionale che dovrebbero concorrere a formare. Si realizza così un sistema formativo per sommatoria: ogni insegnante persegue un suo specifico e personale obiettivo formativo, non integrato con quello dei colleghi, nella convinzione che ciascuno possa vivere e operare in un mondo a parte, scisso da quello in cui ciascuno altro opera, magari sotto l’ombrello dell’autonomia didattica. Starà, nel migliore dei casi, agli studenti cercare un senso in quello che stanno apprendendo, in uno sforzo integrativo che, comunque, difficilmente condurrà ad una preparazione professionalizzante.”

domenica 9 giugno 2013

Lombroso ammazzali tutti!

Oggi con il Corriere della Sera c'è l'inserto La Lettura.
A pagina 4 c'è un articolo, scritto da una certa Emilia M.: si intitola "Lombroso è vivo, e lotta insieme a noi". Daje Ce'! è la mia reazione.
Vado a leggere, visto il titolo così accattivante. Emilia ci prende tutti da una parte e sottovoce dichiara che "Lombroso aveva ragione", perché i neuroscienziati hanno trovato delle differenze tra il cervello dei serial killer e le persone normali. Ci sono anche le parole di qu
alche psicologo del crimine, di quelli che vanno in tv a dire che "se la mamma non ti abbraccia quando sei piccolo, da grande poi tieni tutto dentro e quando scoppi uccidi la gente a morsi". Insomma, per vedere qualcosa di Psi in un inserto culturale ci deve per forza andare di mezzo un morto e il relativo assassino. Mai na' gioia quando si parla degli psicologi.
Gli psicologi vanno in prima pagina quando si parla di psicocazzate. Le psicocazzate vanno nei giornali, i giornali arrivano alla 'ggente. La 'ggente (non) va dallo psicologo, mentre pensa alle psicocazzate.

Lombroso è vivo e lotta insieme a noi? Non state a scomodare i morti, che c'è da mantenere in vita una disciplina e una professione.

mercoledì 5 giugno 2013

Mamma, insegnami il terrore - da Brainstorming #2



Il terrore sta nello scoprire che in pochi mesi può succedere di tutto.
 Apici di terrore su Boston e davanti al Quirinale. Rispettivamente 15 e 28 aprile.
La cosa strana del terrore è che ci arriva sempre filtrato, come una parola ambigua che vola di bocca in bocca. Crediamo di avere accesso a tutte le informazioni di tutti i Paesi di tutto il mondo. Ed effettivamente è così.  Quando l’informazione è tosta la bocca è più aperta; a volte si fa maliziosa. Il terrore è una cosa tosta e ci arriva sempre filtrato.
Il terrore sorprende l’essere umano, perché è un altro essere umano il terrorista. Si chiama terrore perché terrorizza, ferisce ed uccide. A questo punto mi faccio e vi faccio questa domanda. Il terremoto terrorizza, ferisce ed uccide quasi sempre più di un attacco terroristico; terremoto e terrore si somigliano anche fonicamente; dunque, perché non sorprende il terrore del terremoto, quanto quello dell’attacco terroristico?
La risposta è ovvia e semplice quanto interessante: perché del terremoto non si cerca il colpevole, del terrorismo invece, dopo i soccorsi, la prima cosa ad arrivare è la rivendicazione.  E se non arriva si cercano gli attentatori.
La natura non è terrorista, perché è stata indagata, analizzata, e le risposte sono state trovate: la Natura  allora non è solo terrorista, ma terrorista di natura, questo è il fatto.
L’uomo è terrorista perché ci si aspetta il buon senso, la fratellanza,
la solidarietà e l’amore tra i popoli. Ma come la Natura, anche l’uomo è stato indagato, analizzato… e le risposte? Le risposte ci sono, ma ognuno ha la sua. Dunque l’uomo non è terrorista di natura, come la Natura. L’uomo è terrorista perché non rispetta l’aspettativa.
Il paragone uomo-Natura viene alla mente per un semplice fatto di cronaca: nelle stesse ore dell’attentato di Boston, un terremoto in Iraq ha causato centinaia di morti, distrutto villaggi e dunque terrorizzato l’Oriente; ma rispetto agli eventi di Boston e del Quirinale, certo questa notizia è passata in silenzio, forse perché lontana dall’occidentalismo, forse perché non c’è un colpevole.
Inutile scrivere le conclusioni di questa riflessione; è bene lasciare la questione sospesa: ci fa molta paura il terrore, altrimenti non si chiamerebbe così, che sia terrore umano o di natura. La domanda finale presuppone un circolo ideologico infinito: l’Uomo non è forse Natura stessa? E quindi, c’è forse differenza tra il terrore che fa scalpore e quello inesorabile degli eventi naturali catastrofici?
Ps. Non sono domande retoriche,  sono domande. Punto.