mercoledì 4 settembre 2013

Lo sciopero della musica: la breve ma intensa storia del Collettivo Radio Indipendenti su Internet

Gennaio 2012.
Il sito spreaker.com, una piattaforma che permette ancora oggi di tramsettere in streaming contenuti radiofonici gratuitamente o con pochi euro, annuncia che gli amministratori non hanno trovato l'accordo per rinnovare il contratto con la SIAE, che permetteva agli utenti di trasmettere musica senza timore di ricevere pesanti sanzioni.
Prima ancora che gli utenti si rendano conto della cosa, viene fuori che spreaker.com non avrebbe mai avuto un contratto con la SIAE nonostante alcuni video-spot che sventolavano il contrario, e che quindi ogni trasmissione che avesse avuto al suo interno pezzi registrati altro non era che un'infrazione passibile di multa. 

Fu allora che iniziò il divertimento. 

Al tempo mandavo avanti con alcuni amici una webradio chiamata RadioZio, che oggi festeggerebbe i due anni di attività, essendo stata fondata il 4 settembre 2011, dopo un concerto dei Marta sui Tubi. Usufruivamo appunto del sito spreaker.com e mandavamo in onda una puntata al giorno trasmettendo anche contenuti coperti da copyright. 

Quello che successe durò per pochi giorni, ma l'intensità di quegli eventi fu forte, prepotente ed esageratamente bella. 

Quasi tutte le webradio iscritte al sito si ribellarono di fronte alla volontà di non rinnovare il contratto SIAE prima e alla scoperta che questo non c'era mai stato poi, da parte degli amministratori del sito. A ribellarsi furono soprattutto quelle piccole organizzazioni che per poter mandare in onda le proprie trasmissioni pagavano un cifra (comunque bassa) mensile che garantiva uno spazio sufficientemente ampio di trasmissione. 
Prima un forum, poi un gruppo facebook fino ad un tam tam di telefonate su skype tra vari utenti. Il dibattito si spostò dal caso spreaker alla questione dei diritti d'autore e quanto questi siano un ostacolo insormontabile per chi ha intenzione di portare avanti progetti senza scopo di lucro, visto che un normale contratto annuale con la SIAE viene a costare 550 euro, una cifra che nessuno di noi si poteva permettere. 

Da lì allo "Sciopero della musica" il passo fu breve: RadioZio insieme ad altre decine di webradio di tutta Italia partecipò ad una lunghissima trasmissione di Uradio (webradio degli studenti universitari  di Siena), all'interno della quale si cercavano soluzioni, si organizzavano proteste e iniziative. 

Fu creato così il C.R.I.S.I.: Collettivo Radio Indipendenti su Internet. Nessuno di noi si era mai visto in faccia, ma condividevamo tramite l'affascinante strumento della radio idee e iniziative per dare un seguito a quella protesta, per far capire a chi gestisce ancora oggi il grande mercato del diritto d'autore, che c'erano delle realtà giovani e intraprendenti pronte ad offrire gratuitamente delle trasmissioni diverse da quelle che siamo soliti sentire nelle radio commerciali. 

C'era chi trasmetteva solo musica indipendente, c'era chi per ore e ore parlava della propria esperienza radiofonica e c'era chi, come RadioZio, organizzò delle intere giornate a microfoni aperti in modo da garantire a chiunque la possibilità di esprimere anche il più piccolo dei concetti, ma ad un pubblico nuovo e allargato. 

Organizzammo all'interno della facoltà di Psicologia di Firenze la TreGiorniRadioZio, durante i quali intervenirono studenti, artisti ed associazioni avevano piena libertà d'uso del nostro microfono e gli ascolti totali alla fine furono 1200. Non un contenuto protetto da copyright venne mandato in onda, perchè era lo Sciopero della Musica.

Di tutto quello che le webradio membre del CRISI organizzarono, nulla smosse lontanamente le acque. Lo Sciopero della Musica finì tra chi scelse soluzioni più comode, tra chi noncurante del rischio continuò a trasmettere musica infischiandose della SIAE e chi semplicemente abbandonò il sogno che aveva appena iniziato a costruire.

Oggi RadioZio non esiste più, colpa di altri impegni, di scarso p
ubblico, di difficoltà economiche e ostacoli insormontabili, come quello che portò alla TreGiorni.
Il CRISI si sciolse prima ancora di avere un'organizzazione; rimase, come RadioZio, un progetto incompiuto che chissà, forse qualcuno un giorno riprenderà tra le mani.
Oggi, nonostante non esista più, è il compleanno di RadioZio. 
Nessun sogno si realizzò. E' una storia senza finale, nè brutto nè tantomeno bello. E' solo una storia durata TreGiorni che ci sfinirono, ci ammazzarono una sessione di esami e ci fecero perdere 72 ore.
 Settantadue ore di microfono aperto, dove per una volta tutti furono liberi di dire quello che volevano, senza diritti d'autore. 

Al diavolo la musica, ci sono così tante cose da dire che settantadue ore sono troppo poche. A volte bisognerebbe smetterla di ascoltare. Bisognerebbe prendersi settantadue ore per dire, senza pretendere troppi diritti d'autore.

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