sabato 31 agosto 2013

La Germania è gialla e verde

E' stata la mia prima estate con praticamente zero-mare. E forse è stato meglio cosi. Ho preferito, insieme a due fedeli compagni, uno con lo zaino come me e  l'altro con un'inspiegabile trolley azzurro, visitare la Germania. Ma non la Germania con la puzza sotto il naso, ammesso che esista; la Germania che in pochi vanno a vedere, o almeno in agosto, e più o meno ne ho capito i motivi. Amburgo, Lipsia (Leipzig, la i è muta) e Francoforte.


Dunque ecco due conti, giusto per far render conto al lettore tempistiche e fatiche varie: tre città, sette giorni, come detto due zaini e un trolley azzurro, totale km in autobus 785, totale km a piedi troppi, totale biglietti mezzi pubblici cittadini troppo pochi. Totale calzini ricomprati quattro paia.

Amburgo
Amburgo è una città con due faccie distinte e opposte. Il centro è elegante, piuttosto preservato dai bombardamenti del '45, chiese altissime, campanili a punta, gente ricca, wurstel in quantità. E poi c'è Saint Pauli. Gli appassionati di calcio avranno sicuramente sentito questo nome. E' il quartiere più vicino al famoso porto di Amburgo che poggia sul bel fiume Elba che sfocia nel Mare del Nord. Saint Pauli è il quartiere che i marinai ripopolavano quando tornavano dai loro viaggi in mare ed è forse per questo che il venerdì serà sembra di essere a Tortuga.
Un'isola di sinistra in un mare di destra: a Saint Pauli abbiamo visto case occupate, con bandiere antifasciste alle finestre, di fronte alle quali ho capito la potenza ideologica di quel quartiere. 
Dentro Saint Pauli c'è il quartiere a luci rosse più grande d'Europa e i buttafuori in realtà fanno i buttadentro. Discoteche, pub, sexy shop e localacci in un'unica via chiamata Reeperbhan (e che i tedeschi pronunciano Riepiban) che il fine settimana diventa la meta di molti tedeschi, turchi e pochi italiani. 
Una serata nella Reeperbhan ti spezza. Ne esci con un'emicrania, o almeno è la reazione che ha avuto su di me, e rende ancora più difficili le lunghe camminate per le belle vie della strana Amburgo.  

Sono due le squadre di calcio di Amburgo: l'Amburgo e appunto il Saint Pauli. La prima milita nella Bundesliga 1, l'altra nell'equivalente della nostra serie B; tuttavia il Saint Pauli ha un seguito di tifosi e di attenzione esagerato e che ti travolge. E' stata l'unica squadra in Germania a vietare l'ingresso ai tifosi di estrema destra allo stadio, per questo la chiamano la squadra socialista di Amburgo. I colori sociali sono il bianco e il marrone e il simbolo è il distrutto castello di Amburgo; esistono però altri due simboli che i tifosi prima e la squadra poi hanno adottato per richiamare il quartiere e la squadra: il cuore con l'ancora e il Jolly Roger piratesco. 
Quando la squadra fallì nel 2003, la società fece stampare migliaia e migliaia di magliette con scritte "retter" che significa "soccorritore" e grazie ai tanti tifosi che ne fecero acquisto, la squadra tornò a calcare la scena calcistica tedesca. 

Augurando al Saint Pauli ogni bene, neanche il tempo di far amicizia davvero con Amburgo che era tempo di partire per Lipsia. 




Lipsia


Lipsia è una piccola città universitaria situata nell'est della Germania, molto vicina al confine con la Repubblica Ceca. Il centro lo si gira in massimo due ore ed è famoso per i musei, le case dei personaggi famosi vissuti, nati o morti nella piccola città, come Bach e Goethe, per le chiese anche qui alte e i campanili anche qui molto appuntiti.


Alle porte di Lipsia c'è un monumento enorme, alto 91 mt. chiamato Völkerschlachtdenkmal, ovvero Monumento alla Battaglia delle Nazioni, dedicato alla battaglia tra l'esercito prussiano e quello napoleonico del 1813, dalla quale Bonaparte uscì sconfitto. Di fronte all'alto torrione si trova una grande vasca chiamata Stagno della Lacrime. E' un posto suggestivo e puzza di storia. 






Francoforte
Infine, ormai alla fine del viaggio, ecco Francoforte dove abbiamo passato due giorni in compagnia del fiume Meno. I bombardamenti hanno completamente distrutto la città, solo una piazza è stata risparmiata, per il resto Francoforte è nuova, fatta di vetro, cemento e soprattutto finanza. 
Alti grattacieli si specchiano nel fiume, sulle cui sponde i giovani sono soliti bere birra guardando i tramonti che, fidatevi, a Francoforte sono assai gradevoli. 

A Francoforte ha sede la BCE come ci ricorda la grossa € ai piedi dei grattacieli più alti; geograficamente è perfettamente al centro della Germania e se vogliamo anche dell'Europa e per questo rappresenta uno snodo di passaggio fondamentale, ovunque voi vogliate andare. Noi dovevamo tornare a casa e per Francoforte c'eravamo passati appena, convinti che forse ci saremmo tornati; ma si sa come vanno queste cose.



Nel complesso è stato un bel viaggio. Non starò qui a scrivere come abbiamo trovato il clima o gli ostelli. Scrivo che dall'alto la Germania è tutta, ma tutta, gialla e verde. Il giallo dei campi e il verde delle foreste. Che le sue campagne sono popolate da falchetti che gironzolano sopra le larghe autostrade.
La Germania è un Paese che a tratti sembra non abbia storia, probabilmente perché ogni traccia è stata cancellata a suon di bombe, ma basta incrociare la vista di qualche cartolina o entrare in un museo di Lipsia per capire che negli ultimi settant'anni di cose ne son successe e ancora ne succederanno. Giust'appunto i tedeschi tra qualche settimana avranno l'appuntamento con le elezioni e favorita pare essere la Merkel.  

La routine è alle porte anche per quei tre viaggiatori, due con lo zaino e uno con un trolley azzurro. Alle spalle hanno una settimana faticosa di cui solo una volta a Pisa hanno iniziato a sentire la mancanza. Ognuno in sè inizia a preparare un nuovo anno. 
Torneranno a ricordare quanto successo in quella settimana e probabilmente il ricordo di qualche scena esilarante, di qualche acquisto senza senso o di qualche strana compagnia li riporterà a quei campi gialli e quelle foreste verdi che vedevano arrivando e ripartendo. La Germania è gialla e verde.





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