sabato 13 aprile 2013

Il bagaglio dietro le spalle (da L'Atipico Marzo-Aprile 2013)



Si può vivere come se non ci fosse mai stato ieri?
No. Si può vivere come se non ci fosse un domani, certo. Oppure vivere come se ci fosse solo il domani. Ma non si può e non si deve vivere senza fare i conti con ieri. Ieri ci permette l’adattamento, ci ha permesso nel lungo tempo un evoluzione e ogni giorno ci permette l’apprendimento. Ieri è dentro di noi, nell’ippocampo precisamente, perché ieri è memoria. Ovviamente con ieri si intende anche l’altro ieri e l’altro ieri ancora e così via fino ad arrivare al momento in cui ieri non c’era, c’era un oggi e un domani.
Alcuni giovani di fronte all’espressione “ieri e oggi” storcono la bocca, altri invece, i nostalgici, si accendono e mostrano i loro vari espedienti con i quali tentano di far tornare il loro ieri preferito, con l’abbigliamento, la musica, il linguaggio e soprattutto con il pensiero, perché si è nostalgici prima di tutto di un’idea.
Per alcuni le cose più belle sono quelle che si tramandano dall’oggi al domani, quindi da ieri a oggi, perché sono quelle che Darwin definirebbe vincenti, capaci di adattarsi all’ambiente. Ma è anche vero che non tutte le cose hanno la capacità di cambiare nel tempo, e dunque com’è che si tramandano? La risposta sta nella domanda, qualcuno le tramanda. Quindi non sono le cose ad adattarsi all’ambiente, ma è l’uomo che si adatta alla cosa. Gli usi e costumi insomma, la lingua, la religione e tutto ciò che un popolo si porta dietro, non a caso si dice bagaglio culturale.
Le nostre energie sono sempre dirette all’oggi e al domani, come in un tentativo di scappare da ieri; mettiamoci nell’ordine di idee che scappare è inutile per due motivi: il primo è che ieri ci è amico, il secondo è che ieri ha già vinto!

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