martedì 19 marzo 2013

Mumford and Sons @Roma 16 marzo 2013



Da Babel a The Cave. Nel mezzo tutto quello che ci si può aspettare da un concerto, più un altro po'. I Mumford si confermano i maggiori rappresentanti (almeno per me) del folk, quello sano, quello del sudore, dei campi di grano che biondeggiano, della luce fioca del pub e delle camice di canapa. Mettici poi che era il compleanno di Ted Dwane (contrabbasso) e che poco prima del concerto Winston Marshall (quello al banjo) si esibisce in una partitella a calcetto con il resto dello staff del tour. Mettici le solite lampadine, le stesse del videoclip di Little Lion Man (a proposito: grande perforance su quel pezzo), mettici che quando hai visto salire i fiati sul palchetto, sapevi che sarebbe partita Winter Wind. Tra le tante, veramente emozionanti sono state: White Blank Page, Roll Away Your Stone, I Will Wait e ovviamente The Cave. I Mumford and Sons hanno regalato al pubblico di Roma un concerto casereccio, di quelli che alla fine esci e ti dici "sarebbe bello partire con loro e proseguire il tour". Si perchè ai concerti di Mumford ci vanno i viaggiatori, i poeti, o almeno quelli che ci provano, quelli che sognano l'Inghilterra e le vallate dai colori delle foglie, che siano quelle primaverili rigogliose o che siano quelle cadenti dell'autunno. Ai concerti di Mumford se vedi Winston scatenato che si sbatte col suo banjo non puoi fare a meno di seguirlo, con la testa e con i piedi. Ai concerti dei Mumford, arrivi, ti guardi intorno e noti che le persone ti somigliano. Ai concerti dei Mumford... beh ai concerti dei Mumford andateci, il tour continua in tutta Europa!







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