mercoledì 6 febbraio 2013

Parlando per assurdo

Questa è una riflessione mia, studente di psicologia, abbastanza attento alle varie dinamiche che girano intorno al luogo in cui studio. 

Separiamo innanzitutto l'assurdo dal reale. 
Il reale ci dice che un tot di studenti frequentano la facoltà di psicologia di Firenze. Affrontano prima un corso di laurea triennale e poi si iscrivono al corso di laurea magistrale. Dopo la laurea passano un anno in due strutture di tirocinio distinte (6 mesi in una, 6 mesi in un'altra) senza retribuzione. Finito il tirocinio, per diventare psicologo e iscriversi all'albo A è necessario sostenere un esame di stato con 4 prove, tre scritte e un'orale in cui vengono affrontati temi e argomenti diversi a seconda del curriculum scelto durante la formazione accademica sopra descritta (clinica, lavoro, sviluppo o sperimentale). Una volta passato l'esame di stato, per abilitarsi è necessario pagare l'iscrizione all'albo professionale degli psicologi della toscana e si ottiene quindi l'abilitazione. Yuppi. "Sono uno psicologo". 
Fin qui nulla di grave. 
Passiamo adesso alla parte dell'Assurdo (che tanto assurda purtroppo non è). 
Supponiamo per assurdo che finire il percorso di studi non dia la garanzia di essere pronti al mondo del lavoro. Lo supponiamo per moltissimi motivi, il più banale e il meno grave è quello ad esempio relativo al fatto che durante l'esame di stato, in particolare nella prova orale, la commissione può interrogare sul codice deontologico degli psicologi, che però all'università non viene insegnato. 
Sempre per assurdo, supponiamo che io, una volta abilitato alla professione di psicologo, non trovi lavoro (come psicologo) nè in una struttura privata, nè in una struttura pubblica. Supponiamo che io venga assunto (e pagato) non come come psicologo, ma come operatore (?), educatore (?), o addirittura animatore (?). 
Supponiamo che per lavorare come psicologo io debba prima diventare psicoterapeuta; debba quindi iscrivermi ad una scuola di psicoterapia dal costo minimo di 3.000 euro all'anno, della durata di 4 anni (minimo minimo 12.000 euro), perché le aziende e i vari enti preferiscono assumere uno psicoterapeuta, piuttosto che uno psicologo per fare il lavoro di psicologo. 
Ritornando un attimo al dato di realtà, le scuole di psicoterapia sono TUTTE private*, non esiste una scuola di specializzazione pubblica. 
"Per assurdo ipotizziamo" che a capo delle suddette scuole ci possano essere professori che insegnano all'università. Ipotizziamo che di fronte ad una richiesta di poter fare attività pratica degli studenti, questi professori rispondano negativamente, argomentando con scuse che vanno dalla difficoltà gestionale della cosa, agli ostacoli burocratici e amministrativi. 
Parlando per assurdo... non è che ci prendete per il culo?
Parlando per assurdo... non è che la didattica è carente perché così dopo l'esame di stato, uno psicologo necessita ancora di essere formato (nonostante la legge preveda che finito il percorso accademico, uno laureato in psicologia sia in grado di svolgere determinate attività) tanto da doversi iscrivere ad istituti privati capeggiati dagli stessi che erogano una formazione deficitaria?
Parlando per assurdo... Non è assurdo?



*Correzione, esistono alcune scuole di psicoterapia pubbliche.

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