Il terrore sta nello scoprire che in pochi mesi può succedere di
tutto.
Apici di terrore su Boston e
davanti al Quirinale. Rispettivamente 15 e 28 aprile.
La cosa strana del terrore è che ci arriva sempre filtrato, come una
parola ambigua che vola di bocca in bocca. Crediamo di avere accesso a tutte le
informazioni di tutti i Paesi di tutto il mondo. Ed effettivamente è così. Quando l’informazione è tosta la bocca è più
aperta; a volte si fa maliziosa. Il terrore è una cosa tosta e ci arriva sempre
filtrato.
Il terrore sorprende l’essere umano, perché è un altro essere umano il
terrorista. Si chiama terrore perché terrorizza, ferisce ed uccide. A questo
punto mi faccio e vi faccio questa domanda. Il terremoto terrorizza, ferisce ed
uccide quasi sempre più di un attacco terroristico; terremoto e terrore si
somigliano anche fonicamente; dunque, perché non sorprende il terrore del
terremoto, quanto quello dell’attacco terroristico?
La risposta è ovvia e semplice quanto interessante: perché del
terremoto non si cerca il colpevole, del terrorismo invece, dopo i soccorsi, la
prima cosa ad arrivare è la rivendicazione.
E se non arriva si cercano gli attentatori.
La natura non è terrorista, perché è stata indagata, analizzata, e le
risposte sono state trovate: la Natura
allora non è solo terrorista, ma terrorista di natura, questo è il
fatto.
L’uomo è terrorista perché ci si aspetta il buon senso, la
fratellanza,
la solidarietà e l’amore tra i popoli. Ma come la Natura, anche
l’uomo è stato indagato, analizzato… e le risposte? Le risposte ci sono, ma
ognuno ha la sua. Dunque l’uomo non è terrorista di natura, come la Natura.
L’uomo è terrorista perché non rispetta l’aspettativa.
Il paragone uomo-Natura viene alla mente per un semplice fatto di
cronaca: nelle stesse ore dell’attentato di Boston, un terremoto in Iraq ha
causato centinaia di morti, distrutto villaggi e dunque terrorizzato l’Oriente;
ma rispetto agli eventi di Boston e del Quirinale, certo questa notizia è
passata in silenzio, forse perché lontana dall’occidentalismo, forse perché non
c’è un colpevole.
Inutile scrivere le conclusioni di questa riflessione; è bene lasciare
la questione sospesa: ci fa molta paura il terrore, altrimenti non si chiamerebbe
così, che sia terrore umano o di natura. La domanda finale presuppone un
circolo ideologico infinito: l’Uomo non è forse Natura stessa? E quindi, c’è
forse differenza tra il terrore che fa scalpore e quello inesorabile degli
eventi naturali catastrofici?
Ps. Non sono domande retoriche,
sono domande. Punto.
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