1984, Steve McCurry entra in una scuola pakistana, chiede il permesso di scattare delle foto all'insegnante e immortala in pochi scatti la bambina il cui volto fece il giro del mondo sulle copertine di National Geographic e altre note riviste; persino Amnesty International utilizzò quel viso nelle sue campagne pubblicitarie.
la foto scattata da McCurry nel 1984 |
Lui stesso affermò che da quel momento innumerevoli furono le richieste di poter conoscere, aiutare o addirittura sposare quella bambina: "Credo sia la foto più importante della mia vita: la cosa più bella fu che grazie a quella foto, la ragazza ricevette aiuto per poter sopravvivere".
L'arte divenne motore di cambiamento pro-sociale in un modo che non si era mai visto:
la bambina infatti non è raffigurata in una situazione di pericolo imminente e non ci sono nemmeno i dettagli per poterla definire malnutrita o malmenata. Fu la sua bellezza a scatenare il cambiamento. Fu il verde dei suoi occhi accompagnato dal medesimo colore nello sfondo. Fu lo sguardo incuriosito dallo strumento che le stava davanti e che la stava immortalando.
Sharbat Gula nel 2002 |
Non furono la fame e la povertà le motivazioni degli aiuti; credo che sia unicamente la poesia il motivo che spinse così tante persone a chiedere di lei e a rendere famoso quel volto di ragazza.
L'identità della "Ragazza afghana", è rimasta sconosciuta per oltre 17 anni finché McCurry ed un team del National Geographic trovarono la donna, Sharbat Gula, nel 2002.
Quando finalmente McCurry la ritrovò, disse: "La sua pelle è segnata, ora ci sono le rughe, ma lei è esattamente così straordinaria come lo era tanti anni fa".
Sharbat Gula, non avrà certo il sorriso enigmatico della Gioconda, ma la sua foto rimane abbagliante nei colori e nel significato. Mi piace pensare che al pari dell'opera di Leonardo, questa foto tramandi il significato e i colori di un'esistenza che ha saputo echeggiare nel ricco e grigio occidente grazie ad un semplice scatto fotografico.
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