giovedì 8 gennaio 2015
Essere Charlie
Ho sempre provato sentimenti ambivalenti verso la collettiva adozione di un simbolo. Dunque, provo sentimenti ambivalenti nei confronti de Je suis Charlie. Se da una parte questo convoglia l'attenzione generale verso quello che è successo e soprattutto con quella denotazione, dall'altra cambiare l'immagine del profilo o stampare la scritta in questione ed appenderla in ufficio o in classe rischia di diventare un'azione percepita come sufficiente. Invece, non è mai abbastanza. Non possiamo fermarci.
Se davvero siamo tutti Charlie allora dimostriamolo. Saremo Charlie anche domani, anche tra un mese e tra un anno. Essere Charlie significa dire Anch'io dico, scrivo o disegno quello che voglio, ucciderete anche me? Essere Charlie significa difenderla quella libertà, ma anche smettere di liberarsene. Avere una libertà comporta una responsabilità, e se proprio vorremo spararla grossa, un'altra volta, allora spariamola, ma senza dimenticare che, se siamo davvero tutti Charlie, prima di spararla, avremo fatto del nostro meglio per spararla consapevolmente.
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