Il problema è che si tratta di una roba pericolosa.
Avete presente certamente i bagni di qualche struttura pubblica o dei grandi uffici: tanti gabinetti, grandi specchi.
Ecco, lui va in bagno, si siede sul cesso e da un buco osserva le persone che davanti allo specchio si lavano le mani dopo aver fatto le loro cose.
E vede delle cose magnifiche. Quel buco è un portale per l'intimità degli altri. Ma non quella che pensate voi. Non li spia mentre sono dentro il gabinetto. Li spia mentre stanno davanti allo specchio.
Si toccano, si sistemano. Provano espressioni facciali che altrove non metterebbero in mostra. È un salotto esclusivo e lo show è lo strano rapporto tra l'uomo e la sua immagine.
C'è chi si prova e riprova gli occhiali.
Chi si strizza brufoli.
Chi accenna un sorriso per vedere come gli sta.
Chi prova un'espressione da macio o da pesce lesso improponibile.
Ma la cosa più spettacolare è che un attimo prima di andar via tutti tornano alla propria vita, alla propria immagine, come se quella fosse stata loro assegnata tanto tempo fa.
Sono tutti clown che per un attimo si tolgono il naso rosso, poi se lo rimettono e si ributtano nella mischia.
Sente di conoscerli tutti, meglio di chiunque altro, perché li ha visti in un loro momento, ma che non era solo loro, era anche suo.
E' un ladro di momenti.
A quel punto il mio amico esce. Non resiste alla tentazione e ripropone le stesse pose, le stesse espressioni. Prima di tornare fuori si accerta che nessuno stia spiando lui, a sua volta: siamo pronti ad andare nell'abisso degli altri, ma non ad accogliere gli altri nel nostro.
Domani altro spettacolo. Un'altra anima con il suo naso rosso. E chissà se qualcuno domani non si metta addirittura a parlare con quello specchio.
Ps. Non è pericoloso. E' solo curioso.
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