Non è la celebrazione del ricordo di una vittima italiana in terra straniera, dunque di conseguenza, non è un un focalizzarsi sulla morte di un connazionale, tralasciando i morti stranieri. Questo post con la morte non c'entra niente.
E' un parallelismo intrigante che in queste giornate di percentuali e crocette è rimasto sotto la superficie. Robert Capa e Andy Rocchelli.
Rocchelli, fotografo del Collettivo Cesura (che gli ha dedicato una bella lettera, come ho scritto anche sul Backpack), è morto sabato mattina (24 maggio) all'età di 31 anni, alla vigilia dell'Election Day europeo, dopo essere stato ferito il giorno precedente nei pressi di Sloviansk, in Ucraina, mentre era impegnato in un reportage. A darne notizia della morte la Farnesina. Insieme a lui morto anche il suo interprete Andry Mironov. Questo ci dicono le cronache.
Di Robert Capa invece, si ricordava il giorno dopo (25 maggio), l'anniversario della morte, avvenuta nel 1954 durante un suo reportage durante la guerra in Indocina.
Una coincidenza di date affascinante, ma per chi ha avuto modo di visitare il sito di Cesura, si sarà forse accorto che il senso della cosa diventa toccante e cercherò di descriverlo con solennità, pochi fronzoli e semplicità, senza incappare in critiche di mistificazione o di culto del macabro, concetti dai quali prendo le distanze con forza.
Una delle foto più famose di Robert Capa è Il miliziano colpito a morte, scattata durante la guerra civile di Spagna. Dal sito di Cesura è possibile visionare una serie di reportage e uno di questi, intitolato Springtime, riferito dunque agli scontri armati verificatisi in occasione delle Primavere Arabe.
Tra le varie fotografie di questo reportage, c'è anche questa.
La somiglianza con il celebre scatto di Capa mi è sembrata lampante. La stessa precarietà della postura, la stessa direzione, la presenza dell'arma. Sembra quasi che la foto di Capa si sequenzialmente successiva a quest'altra: come se il miliziano fosse stato fotografato poco prima di raggiungere la collina da uno di Cesura e subito dopo, in fase di discesa quando viene colpito a morte, da Capa.
Sorpreso dalla somiglianza e dalla facilità con cui è possibile attribuire lo stesso scenario, se non la stessa scena, a queste due foto sono andato a vedere se questa meno conosciuta potesse essere davvero di Rocchelli. Ed è così. Fu esposta al Festival della Fotografia Etica nel 2012 e porta la sua firma.
Due fotografi morti ad un giorno di distanza (anche se sessanta anni di distanza) che scattano due fotografie simili e potenzialmente sequenziali. E' commovente rintracciare una somiglianza tra i destini di chi mai si è incontrato, se non in uno scatto o in una passione, ma come ho detto all'inizio, questo post con la morte non c'entra niente.
Mi preme invece scrivere del brivido che ho provato nel vedere quella foto di Rocchelli sul sito di Cesura, del magone che dal petto alla gola ha quasi fatto traboccare dagli occhi una lacrima.
Andy Rocchelli è morto e nessuna coincidenza con un qualunque famoso fotografo saprà colmare in alcun modo la mancanza ai suoi cari e ai suoi colleghi. Non sarà mai ricordato dagli appassionati della fotografia quanto Robert Capa, né il suo Miliziano che sta per giungere in cima alla collina sarà la foto simbolo di una corrente fotografica, ma grazie ad entrambi di avermi regalato un momento come nessuna fotografia ancora aveva saputo fare.
R.I.P.
Di Robert Capa invece, si ricordava il giorno dopo (25 maggio), l'anniversario della morte, avvenuta nel 1954 durante un suo reportage durante la guerra in Indocina.
Una coincidenza di date affascinante, ma per chi ha avuto modo di visitare il sito di Cesura, si sarà forse accorto che il senso della cosa diventa toccante e cercherò di descriverlo con solennità, pochi fronzoli e semplicità, senza incappare in critiche di mistificazione o di culto del macabro, concetti dai quali prendo le distanze con forza.
Una delle foto più famose di Robert Capa è Il miliziano colpito a morte, scattata durante la guerra civile di Spagna. Dal sito di Cesura è possibile visionare una serie di reportage e uno di questi, intitolato Springtime, riferito dunque agli scontri armati verificatisi in occasione delle Primavere Arabe.
Tra le varie fotografie di questo reportage, c'è anche questa.
La somiglianza con il celebre scatto di Capa mi è sembrata lampante. La stessa precarietà della postura, la stessa direzione, la presenza dell'arma. Sembra quasi che la foto di Capa si sequenzialmente successiva a quest'altra: come se il miliziano fosse stato fotografato poco prima di raggiungere la collina da uno di Cesura e subito dopo, in fase di discesa quando viene colpito a morte, da Capa.
Sorpreso dalla somiglianza e dalla facilità con cui è possibile attribuire lo stesso scenario, se non la stessa scena, a queste due foto sono andato a vedere se questa meno conosciuta potesse essere davvero di Rocchelli. Ed è così. Fu esposta al Festival della Fotografia Etica nel 2012 e porta la sua firma.
Due fotografi morti ad un giorno di distanza (anche se sessanta anni di distanza) che scattano due fotografie simili e potenzialmente sequenziali. E' commovente rintracciare una somiglianza tra i destini di chi mai si è incontrato, se non in uno scatto o in una passione, ma come ho detto all'inizio, questo post con la morte non c'entra niente.
Mi preme invece scrivere del brivido che ho provato nel vedere quella foto di Rocchelli sul sito di Cesura, del magone che dal petto alla gola ha quasi fatto traboccare dagli occhi una lacrima.
Andy Rocchelli è morto e nessuna coincidenza con un qualunque famoso fotografo saprà colmare in alcun modo la mancanza ai suoi cari e ai suoi colleghi. Non sarà mai ricordato dagli appassionati della fotografia quanto Robert Capa, né il suo Miliziano che sta per giungere in cima alla collina sarà la foto simbolo di una corrente fotografica, ma grazie ad entrambi di avermi regalato un momento come nessuna fotografia ancora aveva saputo fare.
R.I.P.
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