Quinto album dell'ormai affermato quintetto, dopo il super tour di "Carne con gli occhi" (più di cento date). L'album del debutto a Sanremo (purtroppo per alcuni, meno male per altri, me per primo).
11 tracce di un lavoro definito dalla voce Giovanni Gulino "ambizioso e sperimentale". C'è persino un brano in inglese ("Vagabond Home") e l'incontro del loro buon vecchio indie-folk-rock con la psichedelica e l'elettronica. Gli immancabili testi senza freno, amati da chi frequenta i club degli scioglilingua.Poi ancora la scabrosità del triangolo amoroso che ricorda tanto le mitologiche di "Cinestetica" o "Muratury" con il brano "Tre" (il mio preferito al primo ascolto). Insomma, i cari vecchi amati e belli da vedere e sentire Marta sui Tubi.
Loro cantano "Che male c'è a farlo in tre?"
Ah non lo so, però posso rispondere con un'altra domanda:
"Che male c'è a vederli al festival?"
...aspettando "Dispari" e "Vorrei", tra i fiori di Sanremo ci saranno certamente delle rose... e non c'è rosa senza spine!
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