SuperMan non
aspettava altro: era proprio lei che avrebbe voluto soccorrere, salvare e far
sorridere. Perché la S che aveva nel petto era sì di SuperMan, ma era anche di
Sorriso. Il Suo.
Una notte
appunto sentì nell’aria della città il sentore… Lei era in pericolo. Anche a
SuperMan sudano le mani e trovò difficoltà a infilarsi il suo bel mantello
rosso, simbolo del suo potenziale: “Il mantello è una coperta, per riscaldarla,
proteggerla e se proprio dovrò cederlo, lo farò solo per lei, questa sera!”
pensava, mentre volava alto sui palazzi con puntini luminosi qua e là di
finestrelle di camere di persone che come lui e lei passavano le sere
fantasticando. Ma ora non era una fantasia, stava veramente andando a salvarla.
La trovò
nella sua stanza, triste e malinconica seduta sul letto… Si sentì confuso e
anche un po’ stupido: ma qua non c’è nessun mostro, nessun assassino, nessun
ladro o alieno!
“Cosa
succede?” chiese ugualmente, e si avvicinò al letto.
Solo allora
notò qualcosa di strano: un tenue velo la ricopriva e non la lasciava
respirare, le impediva i movimenti. Lei appariva sconsolata, con l’aria di chi
non può far nulla per poter scrollarsi di dosso quel velo.
“La domanda
non è giusta…” le disse lei “sarebbe più lecito se tu mi chiedessi che cosa è
successo”
SuperMan si
sentì ancora più stupido.
“Questo velo
è il mio passato, pian piano sta sbiadendo, si sta ritirando, ma c’è ancora
bisogno di tempo” continuò lei.
A quel punto
lui capì che il suo mantello sarebbe stato completamente inutile, se non
deleterio. L’avrebbe soffocata ulteriormente e per la prima volta si sentì
frustrato e impotente.
Pensate:
SuperMan, frustrato e impotente. Quale sciagura, quale disgrazia! Non avrebbe
potuto salvarla!
Lei lo fece
sedere accanto a sé, lo prese per mano e nonostante il velo SuperMan riuscì a
sentire qualcosa, un calore nuovo, che sentì attraversare in tutto il suo
corpo, scaldandogli anche il cuore. Lei sorrise, leggermente e la S nel petto di
lui ebbe si illuminò debolmente, ma si illuminò! La frustrazione cominciò a far
spazio alla speranza.
Quella notte
fu lei con il suo velo addosso ad essere straordinaria, e non SuperMan, il
supereroe dei supereroi, con tanto di mantello.
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